December 2017:
A Cosenza il primo museo di ‘archeoinformatica’: “Anche Pac-man ci dice chi siamo”
“Il primo museo di archeologia informatica d’Italia è nato a Cosenza su iniziativa di cinque studenti che hanno fondato l’associazione culturale “Verde Binario”. Grazie alle donazioni e alla collaborazione con l’università della Calabria hanno raccolto una quantità di pezzi molto interessanti tra computer di prima generazione e primi videogames. Un modo per far divertire ma anche per istruire gli studenti delle scuole sul loro passato recente eppure già lontanissimo.” La Repubblica
Quentin Tarantino e J.J. Abrams insieme per un nuovo capitolo di ‘Star Trek
“Il regista Quentin Tarantino lo aveva definito un sogno, quello di poter dirigere un capitolo di Star Trek, saga spaziale di cui è fan. E il sogno potrebbe diventare realtà. J.J. Abrams, attuale produttore del franchise con la sua Bad Robots, ha contattato il regista per metterlo a capo di una squadra di sceneggiatori che si occuperà del nuovo film. Il gruppo di scrittura, secondo Hollywood reporter è al lavoro: se la collaborazione funzionerà, Tarantino potrebbe dirigere il film che sarà prodotto da Abrams. La saga è stata rilanciata al cinema proprio da Abrams con Star Trek (2009) e Into darkness- Star Trek (2013) e, successivamente, passata nelle mani di Justin Lin con Star Trek beyond per gli impegni di Abrams per Star wars.” La Repubblica
Bambini su Marte, tra droni e robot: al via il ‘futuro in costruzione’ della Maker Faire 4.0
“Il Maker Faire più importante fuori dagli Usa è iniziato. Ventimila ragazzi di tutta Italia hanno invaso i sette padiglioni a tema, dislocati su 110mila mq, entusiasti di poter visitare per primi il luogo della ribalta dedicato agli appassionati di innovazione, alle famiglie e ai bambini. Le richieste sono state talmente numerose che migliaia di studenti non hanno potuto partecipare alla tradizionale mattinata di formazione gratuita dedicata alla visita delle scolaresche. L’ingresso al pubblico scatta, invece, dalle ore 14. In tre giorni sono attesi, come e più dell’anno scorso, decine di migliaia di visitatori. Tra robot e cibo del futuro, conferenze e workshop, scienza, fantascienza e grande passione dei makers, fa tappa nella Capitale il meglio dell’innovazione da tutto il mondo. Nel lungo weekend (1-3 dicembre) ci si perde tra i droni e i robot, progetti dedicati alla mobilità smart, realtà virtuale e agricoltura 4.0. E ancora, manifattura digitale, cibo del futuro, biohacking, impresa 4.0, intelligenza artificiale, big data, Internet delle cose, meccatronica e automazione.
Tra i padiglioni più presi d’assalto l’Area Kids. “Imparare facendo” è la parola d’ordine. Tra dieci isole didattiche una delle novità è la missione su Marte, dedicata a bambini e ragazzi da 7 a 15 anni. Propone la simulazione di un’esplorazione del pianeta rosso con robot simili a Curiosity, il rover della Nasa sceso sulla superficie marziana nel 2012. L’Open Lab è uno spazio interattivo che propone la costruzione di città del futuro, disegni in 3D e folle di robot. I visitatori possono diventare piloti di Formula 1 e vivere un’esperienza di guida in realtà virtuale a bordo della nuovissima STR12, grazie a Scuderia Toro Rosso Virtual Reality. Mille bambini in età compresa tra 6 e 9 anni proveranno l’emozione di guidare un vero kart e imparare le 10 Regole d’Oro della Sicurezza Stradale con Karting in Piazza, un format innovativo studiato dall’ACI che utilizza kart elettrici.” La Repubblica
November 2017:
Il giornalismo e la Rete: cosa è cambiato, anche in Italia
“Finché Internet era soltanto un fenomeno ristretto a poche centinaia di computer in giro per il mondo, nessuno si preoccupava troppo se accanto ai dati scientifici scambiati dai ricercatori ci finivano anche contenuti frivoli e sciocchi o al contrario fortemente politici. Ma nel momento in cui è diventata fenomeno di massa, ecco arrivare subito l’attenzione dei gendarmi. Gendarmi per definizione o proclamatisi tali: ovvero governi autoritari, governi liberali ma soggetti a pressioni conservatrici, aziende che temono per il loro business, o aziende che vogliono allargarlo, desiderando una rete meno anarchica. “Così nessuna delle caratteristiche costitutive dell’Internet appare più così solida”. Era il 1996 quando Franco Carlini (1944-2007), giornalista, saggista, divulgatore – ma soprattutto tra i primi in Italia a capire e raccontare la Rete così come la “grande trasformazione” digitale in cui siamo immersi – scriveva queste parole nel suo libro Internet, Pinocchio e il Gendarme (manifestolibri). E se per la Rete tutti questi anni trascorsi sono un’era geologica – allora, per dire, non esistevano Facebook o Twitter, e tanto meno l’odierno dibattito sulla bolla dei social, i bot, la propaganda e la disinformazione – molte delle intuizioni di Carlini, e ancora di più del suo approccio, sono rimaste quanto mai attuali. Intuizioni non solo sulle caratteristiche costitutive della Rete e sui loro possibili sviluppi, ma anche su quelle del giornalismo, che da internet è stato rivoltato come un calzino. Perché alla conoscenza della tecnologia, e dei suoi risvolti sociopolitici, Carlini univa anche una fiducia umanistica nel dono della parola, del racconto, del dialogo, del desiderio e del piacere di conoscere un fenomeno, più che di giudicarlo.” La Stampa
Neutralità della rete, negli Usa si vota per eliminarla
“Pai, a capo della Federal communications commission (FCC), l’agenzia che regola il settore delle comunicazioni negli Stati Uniti, presenterà oggi agli altri membri della commissione il suo piano per smantellare le regole volute dall’amministrazione Obama a favore della neutralità della rete, il principio secondo cui non si può creare un rete a due velocità per favorire chi è disposto a pagare di più. Lo hanno anticipato alcuni media statunitensi. Si tratterebbe di un’importante vittoria per l’industria delle telecomunicazioni nella lunga battaglia sulla regolamentazione di internet. La commissione voterà la proposta il 14 dicembre e, se non ci saranno sorprese, passerà con i 3 voti favorevoli dei repubblicani, contro i due dei democratici. Oltre alla cancellazione della neutralità della rete, Pai presenterà anche il suo piano per abrogare la decisione dei democratici, nel 2015, di rafforzare i controlli federali sui provider, che, secondo lui, avrebbe disincentivato i gruppi di telecomunicazione a investire nella banda larga. I provider, infatti, temevano che il controllo federale potesse poi provocare una regolamentazione dei prezzi dei servizi internet.” Repubblica
Black Friday e Cyber Monday, così cambiano gli acquisti online degli italiani
“Il Black Friday e il Cyber Monday, le due giornate di sconti che danno inizio alla stagione degli acquisti natalizi, conquistano fette sempre più ampie di mercato anche in Italia. Le possibilità di risparmio, soprattutto quelle offerte dai colossi dello shopping online per i prodotti tecnologici, si concentreranno nelle giornate di venerdì 24 e lunedì 27 novembre. idealo il portale per la comparazione dei prezzi online – ha analizzato la portata delle due iniziative in Italia, con un focus sulle categorie di prodotto più gettonate e sull’entità delle possibilità di risparmio. L’impatto sul nostro paese è sempre più significativo. Il 2016 ha registrato un interesse in aumento da parte degli utenti rispetto all’anno precedente: intorno al 100% in più per il “venerdì nero” e intorno al 63% in più per il “lunedì cibernetico”. È possibile rilevare una partecipazione più significativa da parte degli utenti maschi (per il 65,5%) dai 18 ai 44 anni, una predilezione per l’uso degli smartphone in quei giorni (+6% rispetto alle giornate precedenti) e un picco d’attenzione concentrato intorno alle 21.00. Le regioni mostrano un interesse in crescita: si va dalla Lombardia (con il 36,3% del traffico in più rispetto al normale utilizzo del comparatore prezzi) al Friuli-Venezia Giulia (con il +34,3%), dal Lazio (con il +33,8%) alle Marche (con il +30,4%), fino ad arrivare alla Calabria (con il +10,6%). Tra i due appuntamenti, il “venerdì nero” dello shopping online risulta essere sempre il preferito dai consumatori digitali italiani, anche se l’attenzione per il “lunedì cibernetico” è in crescita rispetto agli anni precedenti.”
Il Mattino
Connessi e social: in Italia sempre più anziani popolano internet
“Dopo aver a lungo analizzato l’influenza che le nuove tecnologie hanno sugli adolescenti, era inevitabile ribaltare il concetto e cercare di leggere più a fondo gli sviluppi che il futuro del digitale hanno e potranno avere nel breve e medio termine sulle persone più mature. Sempre più spesso si sente parlare di divario digitale, esistente tra chi possiede reale accesso alla tecnologia e chi ne è ai margini, ma la letteratura in merito è ancora intermittente, discontinua e poco approfondita. Le statistiche, già da diversi anni, dimostrano che competenza digitale fa rima con inclusione per almeno tre aspetti: di carattere socioeconomico, culturale e relazionale. È in rapporto a questi tre fattori che l’avvicinamento a internet, ai social network e alle nuove tecnologie più in generale, va riportato alle persone più mature.
Gli over 60 rappresentano un target di riferimento specifico per un certo, preciso, utilizzo della tecnologia, ma soprattutto illuminano, attraverso le loro esigenze, una zona grigia relativa allo sviluppo di concrete attività di formazione al mezzo, sia da un punto di vista tecnico che culturale. Il sociologo Nadio Delai, presidente di Ermeneia e autore di Internet over 60. Le tecnologie digitali per la generazione matura, pone l’attenzione sul necessario bisogno di sviluppare un nuovo genere di welfare, istituzionale, che si possa attivare concretamente in questa direzione: «La mia indagine risale al 2011 e già una fetta consistente di over 60 si collegava a internet. Quella fetta, secondo l’Istat, è ulteriormente aumentata. Già allora molte persone dichiaravano di voler imparare a utilizzare il mezzo, e la curva crescerà ancora, perché aumenta insieme alla consapevolezza che per avere rapporti con la pubblica amministrazione bisogna conoscere le nuove tecnologie». Al freddo prospetto dei numeri, poi, va affiancato un aspetto più sociale: «Figli e nipoti che aiutano i nonni con internet offrono diversi spunti relazionali. Le nuove tecnologie inoltre permettono di aumentare le possibilità di dialogo, anche a distanza, attraverso una condivisione quotidiana, ad esempio di foto». Avvenire
Hacker italiani ‘bucano’ l’anonimato su Tor, il software per navigare in segreto sul web
“Una piccola azienda italiana di cibersicurezza ha violato Tor, il sistema più usato al mondo per navigare e comunicare in forma anonima via web. E ha messo in difficoltà il gigante statunitense, il cui nome è un acronimo di The Onion Router. La scoperta (che Repubblica ha svelato per prima ed è stata poi confermata dal colosso Usa), ha messo in subbuglio la comunità mondiale dei navigatori “discreti”, a scopi benefici o a volte malevoli. La vulnerabilità è stata individuata da Filippo Cavallarin, il 35enne amministratore delegato di We are Segment, specializzata nella sicurezza informatica. Nelle ultime settimane il programmatore veneziano ha scoperto una falla per gli utenti di Tor tramite i sistemi operativi MacOs e Linux, da lui ribattezzata “TorMoil”, che consente di risalire all’identità degli snodi di rete che lo utilizzano.
Tor è un meccanismo di comunicazione in Rete che si basa sul cosiddetto “protocollo della cipolla”: una rete di snodi crittografati gestiti da volontari che consentono a chi naviga o spedisce messaggi di non lasciare traccia, e di offrire servizi da siti nascosti.” La scoperta rischiava di mandare in tilt lo scopo fondativo del sistema creato negli anni Novanta dai laboratori della Naval Research statunitense per proteggere le comunicazioni dei servizi segreti locali; e da allora è cresciuto oltre le intenzioni diventando la casa sicura dove si muove chi scappa da censure di Stato e controlli aziendali, come pure chi si rintana dalla giustizia. A metà del 2013, quando emerse che il tecnico Edward Snowden aveva rivelato pubblicamente dettagli di vari programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense (Nsa) e britannico, gli utenti di Tor si sono impennati fino a 6 milioni, e attualmente sono circa 3 milioni.” La Repubblica
La prossima crisi finanziaria?
Sarà provocata da una crisi di liquidità. E’ questa la previsione di Marko Kolanovic, uno degli analisti più rispettati di Wall Street, capo delle strategie quantitative e analista senior di J.P.Morgan. Dopo lo scoppio della crisi nel 2008, spiega l’analista, le Banche centrali, per salvare il sistema finanziario, hanno acquistato asset per 15.000 miliardi di dollari. Ora però le politiche accomodanti adottate dalle Banche centrali nell’ultimo decennio, dal mantenimento dei tassi di interesse vicini allo zero agli acquisti di attività finanziarie, stanno per giungere al termine. Secondo Kolanovic, questa “normalizzazione delle Banche centrali” potrebbe causare un crollo dei prezzi delle attività finanziarie e problemi di liquidità sul mercato, e ha definito questo ipotetico scenario “La Grande Crisi di Liquidità”.
Essenzialmente, Kolanovic vede come responsabili, almeno in parte, della prossima crisi proprio le azioni intraprese per reagire alla crisi del 2008 e come si è evoluto il sistema finanziario negli anni seguenti. L’ultima crisi, spiega infatti l’analista, ha cambiato in maniera profonda le modalità con le quali il mercato può prevenire le turbolenze e recuperare a seguito di crolli significativi dei prezzi degli asset e improvvisi deflussi di denaro dal mercato.” Il Giornale
October 2017:
Ammaniti diventa regista di una serie tv a sei mani: ‘Il miracolo’
“Lo scrittore Niccolò Ammaniti passa dietro la macchina da presa. Sono partite a Roma le riprese della serie tv Il miracolo, di cui Ammaniti sarà lo showrunner (figura importata dal mondo delle serie americane, è il vero e proprio creatore della serie). La sceneggiatura è dello stesso Ammaniti insieme a Francesca Manieri, Francesca Marciano e Stefano Bises mentre la regia è a tre con Francesco Munzi e Lucio Pellegrini. Durante l’irruzione nel covo di un boss della ‘ndrangheta, viene ritrovata una statuetta di plastica della Madonna che piange sangue. Al mistero non c’è risposta, ma la potenza di quell’enigma farà impazzire e deragliare le vite di tutti quelli che entreranno in contatto con questo evento. Nel cast Guido Caprino, Alba Rohrwacher , Lorenza Indovina, Elena Lietti e Tommaso Ragno.
Il miracolo è una serie originale Sky in otto episodi prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside, in co-produzione con Arte e Kwaï, andrà in onda su Sky Atlantic nel 2018.” Repubblica
Aiuto, nell’Airbnb c’è una videocamera nascosta
“AIRBNB è senza dubbio una piattaforma rivoluzionaria. Tuttavia può nascondere qualche insidia. Come quella capitata a una coppia in visita a Longboat Key, una cittadina su un cordone litoraneo di isole fra Bradenton e Sarasota, in Florida, un mese fa. Derek Starnes e la moglie, di cui non è stato reso noto il nome, hanno infatti scovato alcune videocamere nascoste nell’appartamento affittato tramite il sito. Il dispositivo, che registrava e salvava su una scheda di memoria SD, era nascosto nel rilevatore di fumo incollato al soffitto.
Dopo l’inquietante scoperta la coppia ha chiamato la polizia. All’arrivo degli agenti il vaso di Pandora ha rivelato tutto il suo contenuto. È stata infatti scoperta una seconda videocamera, nascosta in salotto. Il proprietario, Wayne Natt, è stato arrestato. Si è difeso spiegando di essere dedito agli scambi di coppia e che quelle videocamere fossero necessarie a registrare i suoi diversi incontri sessuali, sempre col consenso delle partner. Una versione tutta da verificare.” Repubblica
La privacy nell’era dei Big Data, il Garante Ue della Privacy: «Ecco come cambierà la legislazione europea»
«Con il Regolamento Generale sulla Protezione dei dati ci sarà una maggior attenzione al consenso informato e alla responsabilità delle aziende» spiega Giovanni Buttarelli. E si attendono risposte internazionali anche su hate speech e aspetti etici
Il 25 maggio 2018 rappresenterà un passaggio importante per la privacy dei cittadini europei: nei 28 paesi dell’Ue diventerà pienamente operativo il Regolamento Generale sulla Protezione dei dati (Gdpr). Un regolamento che entrerà nel sistema giuridico di tutti gli Stati membri e che avrà il compito di armonizzarne le normative, prima esistenti soltanto a livello nazionale. «È previsto un approccio più rigoroso per l’applicazione dei presupposti del consenso informato che rimane comunque un pilastro fondamentale nel trattamento dei dati – spiega il Garante europeo della privacy Giovanni Buttarelli – Ma si aggiungono anche nuovi diritti come quello della portabilità dei dati, ossia la possibilità per l’utente di cambiare un provider senza riprendere da capo l’attività di custodia delle informazioni». Corriere
Yahoo, attacco hacker nel 2013: colpiti tutti i suoi 3 miliardi di account
“QUATTRO anni fa un attacco hacker ha messo sotto scacco tutti gli account – ben 3 miliardi – di Yahoo. Lo ha fatto sapere Verizon, ora proprietario della società acquisita nel 2016. I dati fanno riferimento a nuove informazioni e smentiscono quanto detto in precedenza da Yahoo che aveva sostenuto che l’attacco del 2013 riguardasse solo un miliardo di account. Yahoo aveva per la prima volta rivelato pubblicamente quanto accaduto nel dicembre 2016, facendo aumentare le polemiche per l’incapacità della classe dirigente di garantire la sicurezza. Si tratta dunque di uno dei più importanti cyberattacchi, in termini di quantità, della storia. Un portavoce di Oath, il nuovo nome della divisione di Yahoo controllata da Verizon, ha detto che il colosso delle comunicazioni si è accorto dei nuovi dati la settimana scorsa. Le informazioni sono state fornite da aziende di analisi esterne alla società. Lo scandalo aveva fatto crollare ancor di più la credibilità del gruppo guidato da Mayer che già in quel periodo si trovava in un momento molto difficile. Tra le informazioni rubate ci sono i nomi utenti, le password, e in alcuni casi i numeri telefonici, le date di nascita, ha detto il portavoce di Verizon. Yahoo e Verizon raggiunsero un accordo il 23 luglio dello scorso anno per 4,8 miliardi di dollari, prezzo poi ridotto a 4,48 miliardi proprio a causa dei due mega attacchi hacker subiti dal gruppo che ora non esiste più. Si era infatti venuti a conoscenza di un secondo attacco nel 2014 che aveva riguardato altri 500 milioni di profili Yahoo.” Repubblica
Il consulente robot parla in chat, Moneyfarm chiude la prima acquisizione
“La startup italiana degli investimenti online automatizzati compra i chatbot di Ernest, software in grado di studiare i dati bancari gli utenti e dialogare con loro. L’idea è allargare i servizi di consulenza finanziaria, ora che la nuova direttiva Ue sui pagamenti aprirà l’accesso ai conti corrente dei clienti
Ad accogliere le persone, costruire il loro profilo e indirizzarli sull’investimento più adatto era già un algoritmo, un robot. Ora a quel robot Moneyfarm vuole dare un più intelligenza, renderlo in grado di seguire i clienti nei meandri della loro vita finanziaria, dalle spese quotidiane alla pensione, e di dialogare con loro. Ernest, la giovane startup di cui oggi Moneyfarm annuncia l’acquisizione, si occupa proprio di intelligenza artificiale e chatbot, software capaci di interagire con gli uomini, in questo caso applicati al mondo della finanza. Un’integrazione ideale per l’azienda di consulenza finanziaria automatizzata (il robo-advosory), salita negli ultimi mesi al terzo posto in Europa per masse di risparmio gestite con quasi 300 milioni di euro. Una fusione tra due startup che fanno base a Londra, ma entrambe fondate da imprenditori italiani e, nel caso di Moneyfarm, con un nocciolo duro di sviluppatori che resta nel nostro Paese.” La Repubblica
Fincantieri crolla in Borsa. Pesa il prestito dell’1% di Stx
“Obiettivo che pare fallito su entrambi i fronti. In Francia si è già scatenata una dura polemica contro la decisione di concedere in prestito la maggioranza del capitale di Saint Nazaire a Fincantieri anche perché la partita con Roma è coincisa con la vendita dei Tgv ai tedeschi della Siemens. Per il sindaco di Saint Nazaire, David Samzun, si tratta di “un contratto di fiducia abbastanza limitata, un matrimonio nel quale già si stanno preparando le clausole di divorzio”. E qui in Italia altrettanto violenta è stata la reazione di Piazza Affari: dopo aver chiuso la seduta di mercoledì in leggero calo (-0,3%) e aperto quella di ieri con un balzo del 2,6%, le azioni del gruppo guidato da Giuseppe Bono (che ieri in una lettera ai dipendenti ha definito l’intesa una pietra miliare per l’azienda) hanno lasciato sul terreno il 5,2% a 1,04 euro. Gli investitori non ragionano in base a logiche patriottiche ma di mercato. Cosa non viene digerito? In particolare, quell’1% solo prestato e non venduto che può essere richiamato nell’arco dei prossimi 12 anni in caso di mancato rispetto degli impegni da parte degli italiani: le quattro finestre sono a 2, 5, 8 e 12 anni dalla firma dell’accordo. Anche se finora a non mantenere i patti è stato proprio l’Eliseo ribaltando l’intesa preliminare siglata ad aprile dall’ex premier Hollande che garantiva a Fincantieri il 55% (dal 66% acquistato a gennaio dai coreani). Qualche sospetto l’hanno destato le indiscrezioni filtrate mercoledì sulla nuova governance di Stx: prima un emissario del governo francese aveva fatto sapere che alla presidenza sarebbe rimasto Laurent Castaing, attuale direttore generale dei cantieri di Saint Nazaire, e Fincantieri avrebbe avuto il «potere di rimuoverlo o di separare gli incarichi di presidente e ad se lo riterrà necessario». Poi in serata fonti di Palazzo Chigi lo hanno smentito annunciando che presidente e ad saranno nominati da Fincantieri (con voto doppio del presidente in caso di parità) e sarà Parigi ad avere il diritto di veto. Schermaglie, o sulle poltrone c’è già battaglia? Di certo, «Castaing resterà direttore esecutivo», ha confermato ieri il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. Il leitmotiv degli analisti consultati dal Giornale è: «Il diavolo sta nei dettagli e i dettagli dell’intesa annunciata a Lione ancora non si conoscono». In sostanza non è ancora chiaro quale sarà il prezzo per il controllo per giunta con l’elastico di Stx.” Il Giornale
September 2017:
Cornell Tech, il nuovo polo tecnologico di New York da 2 miliardi di dollari
“Dopo sette anni di lavori, lo scorso 13 settembre è stato inaugurato a Roosevelt Island, tra Manhattan e il Queens, Cornell Tech, campus universitario hi-tech dell’omonimo ateneo che ha il proprio quartier generale a Ithaca, nello stato di New York. La nuova sede tecnologica del prestigioso istituto, membro dell’Ivy League, ha una superficie di 200 mila metri quadrati e ospiterà non solo studenti che seguono corsi di informatica, business e ingegneria, ma anche startup e imprese che saranno lanciate in quello che è destinato a diventare il nuovo hub tecnologico della Grande Mela. L’intera struttura è costata circa 2 miliardi di dollari e tra i finanziatori principali ci sono una serie di filantropi newyorchesi tra i quali Michael Bloomberg, ex sindaco di New York.” Corriere
Ecofin a Tallinn, la Web tax divide l’Europa: ok da dieci ministri
“L’Europa si ritrova divisa di fronte a una questione fiscale, come già accaduto in passato (basti pensare alla tassa sulle transazioni finanziarie). La proposta di una “Web tax”, una forma di imposizione che metta fine alle scappatoie legalmente possibili dei giganti di Internet dagli impegni col Fisco dei Paesi in cui operano, era uno degli argomenti caldi sul tavolo dell’Ecofin di Tallinn e alla fine dieci ministri hanno firmato la proposta, inizialmente lanciata da Francia, Italia, Germania e Spagna, perchè la “web tax” allo studio a livello di Ue e anche di Ocse preveda che i giganti di internet siano tassati sulla base del fatturato anzichè dei profitti. I paesi che hanno sottoscritto l’iniziativa oltre ai quattro iniziali sono Austria, Bulgaria, Grecia, Portogallo, Slovenia, Romania. “Non possiamo accettare più a lungo che queste società facciano business in Europa pagando tasse minime ai nostri Tesori – si legge nella dichiarazione politica firmata dai 10 ministri – In gioco c’è l’efficienza economica, così come l’equità e la sovranità fiscale”. Il ministro italiano Pier Carlo Padoan ha spiegato a fine riunione che “parecchi hanno detto di condividere lo spirito” della tassazione ed è “importante che la presidenza estone abbia confermato l’idea di produrre risultati entro fine mandato, cioè entro pochi mesi”. Repubblica
Google fa ricorso alla Corte Ue contro la multa da 2,4 miliardi dell’Antitrust
“L’accusa è quella di abuso di posizione dominante. La multa è a nove zeri. A giugno la Commissione europea ha deciso, dopo anni di indagini, di imporre a Google una sanzione da 2,42 miliardi di euro per concorrenza sleale contro i suoi competitor. In particolare, riguardo alla sua piattaforma di Shopping. Il monopolio di cui gode Big G sulle ricerche online sarebbe stato sfruttato per favorirne la diffusione e l’uso da parte degli utenti, lasciando poco spazio ai servizi più piccoli nell’indicizzazione sul motore di ricerca. L’ennesima presa di posizione dell’Antitrust europea. A cui corrisponde l’ennesimo ricorso da parte dei grandi della tecnologia. A tre mesi dal verdetto, Mountain View risponde, pochi giorni prima della data fissata dalla Commissione — il 28 settembre — per bloccare il meccanismo giudicato illegale. La controffensiva per annullare la decisione è stato presentato alla Corte di Giustizia Ue.
Google contro la commissione Ue
La sanzione inflitta a Google è la più alta mai decisa dalla Commissione: batte anche quella da 1,06 miliardi di euro che nel 2009 ha colpito Intel. E subito dopo l’annuncio, già Mountain View aveva espresso il suo disappunto. «Quando fate acquisti online — aveva scritto Kent Walker, senior vice president and General Counsel — quello che volete è trovare in maniera facile e veloce i prodotti che state cercando. Allo stesso tempo, chi li vende vuole promuovere questi stessi prodotti. Ecco perché Google mostra annunci pubblicitari Shopping, mettendo in contatto le persone con migliaia di inserzionisti, grandi e piccoli, portando benefici ad entrambe le parti», aggiungendo l’intenzione di presentare ricorso. Dall’altra parte, la commissaria Ue per la concorrenza Marghrethe Vestager si era detta sicura e soddisfatta della decisione presa: «Quello che Google ha fatto è illegale rispetto alle norme antitrust dell’Unione europea. Ha negato alle altre aziende la possibilità di competere nel merito e di innovare. E, cosa più importante, ha negato ai consumatori europei una scelta genuina di servizi e i pieni benefici dell’innovazione».
Corriere
I giganti del web beffano le tasse: ricchi nel mondo, poveri in Italia
“Tanti affari, poche tasse. I colossi del web continuano a macinare fatturato e profitti in Italia ma al fisco tricolore lasciano solo le briciole. La moral suasion della Procura di Milano – che ha convinto Google e Apple a patteggiare il versamento di 624 milioni di imposte arretrate – non è servita a molto. Il gioco delle tre tavolette erariali (incasso i soldi nel Belpaese ma registro i ricavi in Irlanda, Lussemburgo, Olanda o nel Delaware, dove le aliquote sono low-cost) continua. E il Tesoro resta come sempre a bocca asciutta. Facebook, Apple, Amazon, Airbnb, Twitter e Tripadvisor – aziende che fanno girare qualche miliardo l’anno nella penisola – hanno versato in tutto nel 2016 all’Agenzia delle entrate 11,7 milioni di euro. La stessa somma, per dire, pagata dalla sola Piaggio. Cinque milioni in meno dell’assegno staccato dalla Fila, che di mestiere fa matite, gessetti e pastelli (tutta roba old economy) e alla voce ricavi è ferma a 422 milioni. Google Italy ha iscritto a bilancio tasse per 42,7 milioni. Ma si tratta di un’illusione ottica: la cifra corrisponde alla rata concordata con il Fisco tricolore per sanare i peccati del passato, mentre la quota relativa al 2016 è una frazione minima di questo tesoretto.” Repubblica
WhatsApp down: la chat non funziona in tutto il mondo
“Probabilmente per problemi tecnici ai server, il servizio di messaggistica ha creato problemi (e conseguente frustrazioni) a migliaia di utenti, soprattutto in nord Europa, Messico e Brasile
“Non riceve né invia messaggi. Da qualche ora, migliaia di utenti — da diversi Paesi — stanno raccontando di avere problemi con WhatsApp, e relativa frustrazione data dalla sensazione di essere «disconnessi» dal mondo. Al grido (su Twitter) di #whatsappdown. E anche il sito DownDetector, che raccoglie su una mappa le segnalazioni, rileva un picco di riferimenti all’app di messaggistica nel tardo pomeriggio. Il 47% parla di mancanza di connessione, il 29% non riesce a mandare (o leggere) i messaggi e il 22% addirittura non riesce a loggarsi. Tra i luoghi più colpiti, il nord Europa, il Brasile e il Messico. Ma anche in Italia, soprattutto al centro-sud, si sono verificati problemi. Ancora da chiarire la causa.” Corriere
August 2017:
Sarahah registra i dati della vostra rubrica telefonica
“CHE qualche rischio per la privacy potesse muoversi sotto l’app saudita dell’estate era prevedibile. Così, adesso, arriva la conferma: Sarahah, quella specie di gogna anonima a cui ci si sottopone volontariamente creando un profilo e incassando messaggini da chiunque – un po’ in stile Ask.fm, Secret, Whisper e simili esplosi e scomparsi negli anni scorsi – ruba i contatti del telefono passandoli al server dell’applicazione. All’apparenza senza ragioni, cioè senza una funzionalità che giustifichi l’accesso a quelle informazioni e senza le dovute garanzie. A individuare il meccanismo è stato l’analista Zachary Julian di Bishop Fox, utilizzando il software di monitoraggio del traffico Burp Suite, mentre la prima testata a riportarlo è stata The Intercept. Secondo Zain al-Abidin Tawfiq, l’ormai celebre ex analista petrolifero saudita che ha lanciato in sordina Sarahah lo scorso anno prima di vedersela letteralmente esplodere in mano, i contatti sarebbero letti e caricati dal telefono “per una funzione futura utile a individuare gli amici”, rimandata per ragioni tecniche. Chissà, non è che ci sia troppo da fidarsi. Tanto che dopo il servizio di The Intercept il programmatore ha subito annunciato marcia indietro e assicurato che “la richiesta di accesso ai dati sarà eliminata col prossimo aggiornamento”. Oltre al fatto, assai meno chiaro, che i server di Sarahah “non ospitano al momento contatti”. Dove sono finiti, allora, tutti quelli degli utenti che hanno consentito l’accesso? In realtà sia l’app per iOS che quella per Android (ma solo in alcune versioni, quelle più recenti) chiedono il permesso per accedere ai contatti degli utenti – a proposito, Saraha sarebbe stato scaricato 18 milioni di volte – e consente di usare l’applicazione anche se si risponde negativamente. Tuttavia non viene fatta alcuna menzione del trasferimento dei dati su un server esterno. Dunque non è che si trattasse di chissà quale segreto: una volta di più, si è invece dimostrata la leggerezza con cui consentiamo a certe applicazioni di appropriarsi delle nostre informazioni. Senza curarci di dove vadano a finire o di come possano essere rivenduti e commercializzati a terze parti.” Repubblica
Acqua minerale, causa contro Nestlé
“Dubbi negli Usa sulla purezza delle bottiglie a marchio Poland Spring: è acqua comune. La replica: accuse infondate. E Atari apre un altro fronte legale a San Francisco sul KitKat: usato un videogame senza permesso Una causa legale in America promossa da un gruppo di consumatori che vuole trasformarla in class action, accusa Nestlé di «frode colossale», perché l’acqua venduta con il marchio Poland Spring sarebbe acqua comune e non sorgiva come invece viene reclamizzato dalla multinazionale, che dal business della acque minerali l’anno scorso ha ricavato a livello globale 7,9 miliardi di franchi svizzeri (circa 6,96 miliardi ai cambi attuali). Il solo marchio Poland Spring, molto popolare negli Usa, ha un fatturato di 900 milioni di dollari all’anno (negli ultimi 10 anni). Nestlé respinge ogni addebito, e definisce la causa «priva di merito e un chiaro tentativo di manipolare il sistema legale per un guadagno personale». Ma non è la prima volta che la multinazionale svizzera finisce in tribunale negli Stati Uniti a causa di Poland Spring. Nel 2003 il gruppo alimentare ha chiuso una class action analoga, pagando 12 milioni di dollari. «Una soluzione giusta», disse al tempo Nestlé. Anche allora veniva messa in dubbio la purezza dell’acqua imbottigliata con il marchio Poland Spring, la cui acqua — sosteneva l’accusa — proveniva da pozzi e non da una sorgente.” Corriere
Appello all’Onu: “Fermate i soldati-robot, sono un pericolo per l’umanità”
“Fermate i soldati-robot” è l’appello che 116 fondatori di aziende di robotica e intelligenza artificiale – tra cui Elon Musk, da sempre sensibile a questo tema e Mustafa Suleyman, fondatore di Deep Mind (Google) – lanciano all’Onu da Melbourne, dove sono riuniti nella International Joint Conference on Artificial Intelligence (IJCAI). La lettera è l’accorata reazione dell’industria dell’intelligenza artificiale alla notizia che il primo meeting del gruppo di esperti governativi (Gge) sui sistemi di armi letali autonome, che avrebbe dovuto aver luogo ieri, è stato rimandato a data da desinarsi. “Invitiamo i partecipanti ai lavori del GGE a sforzarsi di trovare modi per prevenire una corsa agli armamenti autonomi, per proteggere i civili dagli abusi e per evitare gli effetti destabilizzanti di queste tecnologie” recita la lettera aperta. “Le armi letali autonome minacciano di essere la terza rivoluzione in campo militare. Una volta sviluppate, permetteranno ai conflitti armati di essere combattuti su una scala più grande che mai, e su scale temporali più veloci di quanto gli umani possano comprendere: sono armi che despoti e terroristi potrebbero rivolgere contro popoli innocenti, oltre che armi che gli hacker potrebbero riprogrammare per comportarsi in modi indesiderabili. Non abbiamo molto tempo per agire: una volta aperto il vaso di Pandora, sarà difficile richiuderlo.
Un elemento di rischio in più è la sostanziale imprevedibilità delle decisioni prese da un’intelligenza artificiale sufficientemente sofisticata: “L’autonomia ha subito un importante cambiamento dal 2012: siamo passati da sistemi prevedibili e programmati manualmente all’uso di reti neurali. Ovvero una vasta serie di neuroni artificiali organizzati in matrici che possono essere addestrati a ripetere, comprendere e prevedere dati numerici in un modo ispirato alla corteccia visiva animale” spiega Alberto Rizzoli.” Repubblica
Nuovo record del debito pubblico: a giugno ha superato 2.281 miliardi
“Nuovo record del debito pubblico italiano: a giugno era pari a 2.281,4 miliardi, in aumento di 2,2 miliardi rispetto al mese precedente. «Colpa» del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (8,4 miliardi), che è stato compensato soltanto in parte (per 6,3 miliardi) dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro, che sono scese a 52,6 dai 92,5 miliardi di fine giugno 2016. In particolare, è salito di 4 miliardi il debito delle Amministrazioni centrali, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,9 miliardi. Invariato il debito degli Enti di previdenza.Il dato emerge dal bollettino della Banca d’Italia «Finanza pubblica, fabbisogno e debito». A febbraio 2012, il debito era di 1.928 miliardi: in poco più di 5 anni è cresciuto del 15 per cento. E mentre il debito sale, scendono gli incassi per l’Erario nel primo semestre dell’anno. A giugno, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 31,6 miliardi (inferiori di 13,5 miliardi a quelle rilevate nello stesso mese del 2016). Nei primi sei mesi del 2017 le entrate sono invece state 186 miliardi, in calo del 5,8 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2016. Il peggioramento, spiega via Nazionale, è principalmente imputabile allo slittamento delle scadenze per il versamento di alcune imposte.” Corriere
L’algoritmo intelligente che disegna a partire da un solo tratto
“Sergej Stoppel ha deciso di mettere in vendita su Etsy le sue opere realizzate tramite plotter. L’artista definisce i suoi ritratti degli «scarabocchi»
I ritratti
Un algoritmo capace di dipingere sovrapponendo lo stesso tratto più volte e senza mai staccare «la mano» dal foglio. É questa l’idea dell’artista e scienziato norvegese Sergej Stoppel che ha deciso di mettere in vendita su Etsy le sue opere realizzate tramite plotter. Tra i ritratti più recenti quello dell’attrice di «Colazione da Tiffany», Audrey Hepburn.
Come funziona
Come spiegato dall’artista il meccanismo è abbastanza semplice. Sulla base di un’immagine usata come riferimento il programma «legge» le differenze cromatiche e la struttura del disegno. Una volta «compreso» il quadro generale l’algoritmo divide l’immagine in più pezzi e inizia a riprodurla.”Corriere
«Maschilismo e salari inadeguati», oltre 60 dipendenti pronte a far causa al colosso Google
Alcune dipendenti ed ex dipendenti accusano il colosso di Mountain View di sessismo e disparità salariale. Google torna al centro delle polemiche dopo la lettera sessista pubblicata da un dipendente pochi giorni fa. Il colosso di Mountain View rischia di dover affrontare una class action da parte di 60 donne, dipendenti ed ex-dipendenti. Le accuse rivolte alla società? Maschilismo in ufficio e stipendi inadeguati rispetto ai colleghi uomini. Lo rende noto il Guardian che ha intervistato l’avvocato James Finberg coinvolto nella vicenda. Il legale, specialista di azioni collettive, fa sapere che alcune professioniste sostengono di essere state pagate meno dei colleghi nonostante la parità di ruolo e di competenze. In alcuni casi lo scarto di stipendio sarebbe di oltre 40 mila dollari l’anno. Alcune dipendenti puntano il dito contro la «frat boy culture» ovvero la «cultura del confratello». Un atteggiamento maschilista e ostile alle donne che più volte è stato condannata nella Silicon Valley. «Le mie clienti sono preoccupate che le professioniste, rispetto agli uomini con lo stesso livello di istruzione, vengano indirizzate a livelli e posizioni meno remunerative», spiega Finberg. Delle più di 60 donne che nelle ultime tre settimane si sono rivolte all’avvocato, circa la metà lavora ancora per Google mentre più di una dozzina dice di aver deciso di lasciare l’azienda per via delle discriminazioni.” Corriere
Cybercrime, il virus ‘Submelius’ insidia il 32% degli italiani
“Si chiama ‘Submelius’ ed è il virus malevolo che ha più colpito nelle ultime settimane gli italiani, viaggia sui siti da cui si scaricano film illegalmente, minacciando quasi il 32% degli utenti. Lo rilevano i ricercatori di Eset che hanno stilato la top 5 dei malware più diffusi nel nostro Paese a luglio 2017. “Veicolato principalmente attraverso Google Chrome, Submelius colpisce specialmente siti famosi per la visione di film online”, spiega Eset. Il meccanismo di diffusione è questo: l’utente visualizza sul browser le classiche finestre con l’annuncio ‘è stato rilevato un virus’ o ‘guadagna soldi lavorando da casa’, poi viene reindirizzato ad un sito che chiede a sua volta di passare ad un altro indirizzo, finché l’utente non clicca su ‘accetta’, “indirizzando così il browser verso il download di un’estensione dallo store di Google Chrome”. Al secondo posto della classifica dei virus malevoli più diffusi in Italia c’èScriptAttachment (rilevato nel 6% delle infezioni), che viene distribuito come allegato si una email: una volta aperto, scarica e installa differenti varianti di virus, la maggior parte dei quali costituiti da ransomware quelli che prendono in ostaggio i dispositivi e poi chiedono un riscatto.” Repubblica
Rousseau, un hacker dimostra che la piattaforma del M5S è vulnerabile
“Specifica subito che il suo obiettivo non è politico, ma dimostrativo. L’hacker che ha scoperto una vulnerabilità nell’appena rinnovato sistema operativo del Movimento Cinque Stelle, la piattaforma Rousseau, non vuole attaccare il partito. E infatti, nel minisito creato ad hoc per pubblicare le informazioni raccolte, specifica: «Ho avvisato via e-mail i gestori del sito che mi hanno risposto che stanno lavorando per risolvere il problema, in questo momento la variabile non mi sembra più vulnerabile. Non scriverò qual era la variabile vulnerabile. Non escludo possano esserci ulteriori vulnerabilità o errori nel sito». Il suo nome d’arte è Evariste GalOis — anche su Twitter non si trova più — e il 2 agosto ha raccontato come è riuscito, in modo semplice e senza computer particolarmente sofisticati, a bucare la piattaforma, rubare dati degli utenti registrati, visionare le donazioni (nonché le votazioni online) e raccogliere le password.” Corriere
È morto il ‘dottor Pasquano’ di Montalbano: addio all’attore Marcello Perracchio
Aveva 79 anni, con una lunga carriera a teatro e poi in tv. Con i film tratti dai libri di Camilleri è poi diventato un volto noto anche al grande pubblico. Perracchio era nato a Modica il 16 gennaio del 1938. Protagonista in gioventù, in teatro, con la Piccola Accademia, venne segnalato a Turi Ferro e iniziò da quel momento la sua carriera. Perracchio è stato un punto fermo per il teatro stabile di Catania, ha lavorato a Gibellina per le Orestiadi.Alle spalle anche una carriera cinematografica con film, tra gli altri, come Gente di rispetto di Luigi Zampa, Pizza connection di Damiano Damiani, Il giudice ragazzinodi Alessandro Di Robilant. Aveva avuto ruoli anche in altre serie televisive come La Piovra, L’onore e il rispetto e Eroi per caso. Ma è con Il commissario ‘Montalbanoche è stato conosciuto a livello internazionale: un singolare, ma acutissimo medico legale, il ‘dottor Pasquano’, con il quale il commissario Montalbano ha un rapporto di amore e odio.” La Repubblica
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